“Molti oggi parlano dei giovani; ma non molti, ci pare, parlano ai giovani.” (Papa Giovanni XXIII) In un mondo nel quale nessuno pensa a nient’altro che alla propria realizzazione personale; in un mondo nel quale l’altro è qualcuno da screditare e quasi mai una persona dalla quale imparare qualcosa; in un mondo che ci vuole sempre gli uni contro gli altri, ci si trova quasi costretti ad ammettere una sconfitta nei confronti dei valori e dei principi, quelli sani e forti. In un mondo avido, cattivo, avvolto da una spirale che trascina sino alle viscere più profonde del qualunquismo, persino la gioventù, quella che ha sempre ribaltato con la voglia di farcela, con la forza di volontà anche le più aspre battaglie, dimentica cosa significhi il senso delle sane relazioni umane, dei legami sinceri e si lascia andare in balia delle conseguenze di quello che la società vorrebbe.
Questa gioventù che viene troppo spesso additata come pigra, insolente, irriconoscente; questa gioventù che si ritroverà fra meno di un decennio a dover governare un mondo che non avrebbero mai voluto così; questa gioventù molto spesso molla tutto e getta la spugna. Molto spesso ma non sempre. Questo è quello che, secondo me, prova a fare il MSAC (Movimento Studenti di Azione Cattolica): prova a non arrendersi. Come ha detto Papa Giovanni XXIII, molto spesso si parla dei giovani e non a loro. Per questo motivo, questo meraviglioso gruppo di ragazzi decide di rimboccarsi le maniche e di creare incontri, di creare quelle relazioni sane basate sulle discussioni e le divergenze di idee e attraverso queste comprendere e approfondire tematiche fondamentali, come il rispetto delle leggi attraverso la conoscenza di esse, la conoscenza della propria lingua e quella degli altri paesi, con lo scopo di provare a cambiare le cose, di diffondere un po’ di forza, di buona volontà e coraggio. Mi chiamo Marco Scirè, ho 16 anni, frequento il Liceo Scientifico e grazie all’incontro con il MSAC ho maturato la consapevolezza che credere che uniti si possa cambiare qualcosa, non è un sogno irrealizzabile.
Marco Scirè
Studente presso Liceo Scientifico “P. Ruggieri” – Marsala
Ho avuto la possibilità di frequentare l’azione cattolica e posso dire che in un momento di incertezza lavorativa, come quelo che stiamo vivendo, è di grande aiuto avere una spalla e qualcosa su cui contare, come può essere l’aiuto che ti può dare l’AC, in cui puoi incontrare ragazzi che possono avere i tuoi stessi problemi, ma è molto più facile affrontare tutto insieme come una famiglia, una vera famiglia. I giovani di oggi si sentono rifiutati dalla società, hanno perso la curiosità di ricercare interessi e molto spesso non sono invogliati nel trovare un posto di lavoro.Il nostro vescovo di Mazara, Domenico Mogavero, durante il 1° Featival Vocazionale dei Giovani, ha espresso la sua opinione per quanto concerne la scarsa stima che si ha nei confronti dei giovani d’oggi ed ha racchiuso in una frase tutto quello che molti non riescono a vedere ai loro occhi: ” i giovani non devono essere considerati un ostacolo o un problema, ma devono essere visti come una risorsa”. Credo che noi giovani, ansiosi di trovare il nostro posto nel mondo, possiamo fare e dare molto. Dobbiamo solo avere la possibilità di poterci esprimere al meglio in un ambiente sicuro e privo di giudizi. Penso che un’associazione come quella dell’azione cattolica possa essere uno stimolo per tutti i ragazzi che vogliono mettersi alla prova.
Giuliana Ardizzone